La parodontite è una delle malattie dei denti più frequenti che si manifesta sia negli adulti che nei bambini consumando i tessuti portanti dei denti.

Oltre ad essere fastidiosa e dolorosa, è una patologia ritenuta socialmente debilitante. Con il progredire della malattia, infatti, il supporto dei denti può venir meno fino a farli cadere, perdendo parti preziose della dentatura.

Vediamo di seguito come riconoscere la parodontite, quali sono i sintomi più frequenti e le cure oggi disponibili per alleviare questo disturbo.

 

Cos’è la parodontologia?

La parodontite si manifesta inizialmente come un’infiammazione delle gengive, causata dall’accumulo di placca e tartaro.

Quando la gengivite non è adeguatamente curata, la placca continua ad alimentare i batteri, i quali sviluppano una vera e propria infezione al di sotto della sacca gengivale.

Da qui intaccano i tessuti che sostengono il dente, quali la stessa gengiva, il cemento e l’osso alveolare. Con l’andare del tempo, l’infezione causa una riduzione dell’adesione tra la gengiva e il dente, nonché il riassorbimento osseo e l’ampliamento delle tasche parodontali.

La recessione della gengiva e la perdita progressiva di osso possono portare alla caduta del dente, nei casi più difficili.

Secondo la classificazione dell’American Academy of Periodontology, la parodontite si distingue in tre forme:

  • parodontite: è la forma attiva e cronica di infezione da batteri Gram avanzata, che porta alla perdita di attaccamento delle gengive e di osso dentale;
  • parodontite sistemica: si manifesta come sintomo di altre malattie, quali ad esempio leucemie, neutropenia, sindrome di Down, morbo di Chron, sindrome di Cohen, sindromi da deficit di adesività leucocitaria e altri;
  • parodontite necrotizzante: è una forma di parodontite molto aggressiva con presenza di necrosi e ulcerazione della gengiva, con sanguinamento, in tempi molto brevi, frequente nei pazienti con deficit del sistema immunitario.

 

Cause della malattia parodontale

Le gengiviti non curate sono la prima causa di infezione parodontale. Oltre queste, altri fattori di rischio che contribuiscono alla recessione della gengiva e alla perdita di minerale osseo sono:

  • il fumo,
  • il diabete mellito di tipo I,
  • la carenza di vitamina C, precursore di collagene,
  • lo stress emotivo;
  • la placca;
  • l’obesità.

 

Parodontite: sintomi

La comparsa della parodontite lieve avviene con una prima gengivite, infiammazione delle gengive caratterizzata da gonfiore, prurito e sanguinamento.

Quando la gengivite non è opportunamente curata, o la parodontite è aggressiva, l’infezione peggiora con la formazione di pus e ulcere, dando origine alla piorrea. A questo stadio inizia la retrazione della gengiva, con la formazione di spazio tra gengiva e dente (tasca parodontale), e l’esposizione del dente; la parodontite comincia anche a danneggiare il tessuto duro del dente, ossia il vero e proprio osso.

Il dolore è in genere assente in una fase iniziale, e si manifesta solo quando l’infezione è avanzata ed è già visibile pus o sanguinamento. L’alito diventa maleodorante ed è possibile avvertire una maggiore mobilità dei denti, segno che l’ancoraggio con la gengiva è diventato instabile.

 

Come si cura la parodontite?

Intervenire sulla cura della parodontite in maniera tempestiva è importante per bloccare la patologia a uno stato iniziale, così da prevenire la caduta dei denti o l’eccessiva perdita di tessuto gengivale.

Ai primi sintomi, che come abbiamo visto sono di solito riconducibili a una comune gengivite, il dentista effettua un’accurata pulizia dei denti volta a rimuovere l’accumulo di placca e di tartaro. In questo modo si toglie ai batteri presenti il nutrimento che porta alla loro proliferazione, e ne impedisce l’ulteriore aumento.

L’igiene orale a casa dovrà sicuramente migliorare, con l’uso di uno spazzolino dalle setole morbide, non aggressivo sulle gengive, e di un collutorio per parodontite, sotto consiglio del dentista.

Nei casi più avanzati, il dentista può suggerire una terapia laser per parodontite, che consiste nell’uso di laser foto ablativo e fotodinamico, in associazione con interventi di scaling e root-planing, per sanare la gengiva sulculare e rimuovere i detriti sottogengivali.

 

Parodontite, cosa mangiare e cosa no

Sebbene non esista un’associazione scientifica tra alimentazione e parodontite, è possibile comunque affermare con certezza che l’assunzione di alimenti ad alto contenuto di calcio, magnesio e fosforo migliorino la densità minerale ossea, inclusa quella dentale, e possono contrastare la perdita di tessuto dentale con un buon introito esterno.

Al contrario, alimenti ricchi di zuccheri sono i preferiti dai batteri, che trovano nella componente dolce di biscotti, marmellate, snack dolci e cioccolato un alleato pericoloso. Meglio quindi usare cibi confezionati e dolci con moderazione, avendo cura di lavare bene i denti subito dopo.

Inoltre, se la piorrea con pus sui denti si è già manifestata, è opportuno evitare caffè, tè, sughi al pomodoro e alimenti irritanti per le gengive. Infine, un giusto apporto proteico, da pesce, carne, legumi e pollo, è necessario per la riparazione delle lesioni parodontali.

 

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